Antonello da Messina in mostra a Palermo

Presso il Palazzo Abatellis, fino al 10 febbraio 2019, sarà possibile visitare l’esposizione del sublime maestro siciliano

La Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis

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Il Palazzo Abatellis è uno degli esempi di architettura gotico-catalana più significative della Sicilia. Risalente alla fine del XV secolo, divenne la residenza di Francesco Abatellis maestro portulano del regno. Alla sua morte la dimora passò all’eredità della moglie la quale fondò il monastero femminile di Santa Maria della Pietà. Per la nuova ‘gestione’ della struttura furono necessari alcuni interventi strutturali come la costruzione di una cappella e di una chiesa (Santa Maria della Pietà).

Durante il secondo conflitto mondiale il Palazzo fu gravemente danneggiato e fu restaurato negli anni ’50 grazie all’intervento della Sovrintendenza che ne fece una Galleria d’arte medievale.

Oggigiorno il Palazzo Abatellis è suddiviso in tre zone in cui sono custodite gelosamente opere di livello artistico internazionale. Nelle varie sale è incantevole perdersi tra le opere di Antonio di Giovanni De Antonio (‘L’Annunziata’),

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Antoon Van Dyck (‘Santa Rosalia incoronata dagli angeli’), Domenico e Antonello Gagini (come la ‘Madonna del Latte’ e altre opere),

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Francesco Laurana (il ‘Busto di Eleonora D’Aragona’) e Jan Gossaert (il ‘Trittico Malvagna’) solo per citare alcuni artisti.

La mostra

È dal 14 dicembre 2018 che la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis ha aperto le porte alla mostra di Antonello da Messina, visitabile fino al 10 febbraio 2019. Questa conserva quasi la metà delle opere esistenti del pittore siciliano.

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L’esposizione, inserita nel cartellone degli eventi di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, è stata organizzata dalla Regione Siciliana – Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, e da MondoMostre – con la Città di Palermo, a cura del professor Giovanni Carlo Federico Villa.  Il progetto è inoltre frutto della fattiva collaborazione fra la Regione Siciliana e il Comune di Milano dove l’esposizione verrà presentata – a Palazzo Reale, in collaborazione con MondoMostre Skira – dopo la chiusura della tappa palermitana.

Le opere in esposizione

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Antonellus Messanensis, così si autografava, gioirebbe per l’eccezionale unicità di questo progetto realizzato cinquecentotrentanove anni dopo la sua scomparsa.

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Moltissimi intellettuali e personalità di spicco – tra cui Enrico Pirajno barone di Mandralisca, Vasari, Jan van Eyck e molti altri – sono rimasti esterrefatti dalla sua pittura a olio, dalla grazia della sua tecnica mistura di infinite stesure di colore traslucido, dalle ocre, i lapislazzuli e dalle luci da lui utilizzate.

Nonostante le sue opere abbiano vissuto terremoti, smembramenti, fallimenti di famiglie, naufragi, alluvioni, umidità, incuria, ignoranza, avidità e molte altre disgrazie il fascino e la bellezza sono rimasti intatti.

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Ad un secolo della sua morte, Vasari si occupò di studiare la sua arte per poi tornare al silenzio profondo dell’indifferenza totale da parte del mondo artistico. Grazie a Giovan Battista Cavalcaselle si ebbe il primo catalogo del messinese. Gaetano La Corte Cailler trovò e trascrisse documenti notarili che testimoniavano fatti quotidiani del pittore.

Altri che si sono occupati di Antonello da Messina sono sicuramente Lionello, Padre Adolfo Venturi, Bernard Berenson e Roberto Longhi che lo ricolloca accanto ai veneziani considerandolo il trait d’union tra i ponentini, i fiamminghi e i veneziani. I tratti che lo distinguono sono sicuramente la prospettiva, la morbida luce del centro Italia e i volumi ereditati da Piero della Francesca.

Fra questi ritrovamenti presenti alla mostra vi è una Crocifissione che Voll nel 1902 suggerisce di Antonello, parte della collezione del barone Samuel von Brukenthal a Hermannstadt, un’opera trovata negli anni ’80 da Federico Zeri una tavoletta devozionale di 15 centimetri per 10, consumata dai baci del fedele che se la portava al seguito in un astuccio di cuoio: l’Ecce Homo con San Gerolamo nel deserto al recto. 

Dagli Uffizi è arrivato l’importantissimo trittico con la Madonna con Bambino, il San Giovanni Battista acquistati dalMinistro dei Beni Culturali Antonio Paolucci nel 1996 e il San Benedetto di straordinaria qualità pittorica che la Regione Lombardia acquista tramite Finarte nel 1995, oggi in deposito nel museo fiorentino.

Dalla Pinacoteca Malaspina di Pavia è stato portato il ritratto di giovane gentiluomo (a lungo considerato il suo vero volto) trafugato dal museo nella notte fra il 10 e l’11 maggio 1970 e recuperato sette anni dopo dal nucleo di Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri.
Per poi passare alla Pietà del Museo Correr, della sublime Annunciazione di Siracusa o dello stupefacente Polittico di San Gregorio, commissionato dalla badessa del Monastero di Santa Maria extra moenia a Messina ad Antonello, nel 1473.

Questo e molto altro è fruibile presso il Palazzo Abatellis. Il visitatore è in grado di assaporare un’esposizione egregia e magistrale pensata per far scoprire, opera per opera, i tratti salienti di Antonello collocandola in un contesto artistico- culturale da sempre centrale e in movimento. Nell’isola del sole, posta al centro del Mediterraneo, Antonello continua a brillare a far apprezzare la sua sublime arte.