Ribera, alla scoperta del Castello di Poggio Diana

Esiste un luogo distante solo tre chilometri dal comune di Ribera che è in grado di regalare emozioni. Dove si trova Ribera? E’ un comune in provincia di Agrigento in Sicilia ed è la città natale di Francesco Crispi. Conosciuta anche in tutta Italia come la città delle Arance. Tra le varie meraviglie che conserva questo centro urbano ce n’è una che affonda le sue radici a secoli fa.

Il Castello di Poggio Diana: dov’è?

Sopraelevato su un colle a pochissimi chilometri di distanza da Ribera sorgono le rovine di un castello. La torre merlata si mostra fiera e imponente con le sue merlettature. La costruzione domina la valle del fiume Verdura.

Anticamente il castello era chiamato ‘Misilcassino’ (luogo di discesa a cavallo) e dal XVI secolo prese il nome della nobile Diana Moncada (sposa dal 1511 del Conte Gian Vincenzo Luna).

I primi a costruire il castello furono gli Arabi nel IX secolo sopra a un poggio a pochissimi miglia dal mare.

Quando la Sicilia fu conquistata dai Normanni, attorno al XII secolo, sentirono il bisogno di costruire un castello fortificato per difendere le comunità vicine alle acque del Platani e a Caltabellotta.

La struttura del Castello

Il castello presenta una pianta irregolare che copre circa 3.000 metri quadrati. Costruito in pietra arenaria da taglio, l’edificio presenta finestre rettangolare in stile arabo-normanno, ponte levatoio, cortile ampio, cappella, scuderia, armeria e caserme.

Tra le rovine vi è la torre cilindrica a fare da capolinea. Agli interni conserva un’affascinante volta a crociera costolonata su piatta ottagonale (di epoca svevo-federiciana). Il castello possedeva originariamente due ingressi.

La parte esterna invece aveva un muro molto alto e spesso da un lato e dall’altro dei fabbricati interni che erano collegati così da riuscire a chiudere la fortezza. Questi “fabbricati” comunicavano tra loro con corridoi e terrazze merlate. Il portone a sesto acuto era posto all’ingresso e al secondo cortile.

Oggigiorno è possibile osservare i ruderi dei due ponti in muratura che collegavano le sponde del fiume.

I proprietari del Castello

Nel 1100 i possedimenti del territorio di Sciacca, castello compreso, furono affidati al Conte Ruggiero Normanno alla figlia Giulietta per poi essere ereditati dai suoi figli.

Nel 1253 il Castello e il territorio circostante furono concessi al Re Manfredi, ultimo della Dinastia degli Svevi, al parente Matteo Maletta.

Era il 1392 quando Federico II diede il castello al Conte Guglielmo Peralta (Signore di Caltabellotta) figlio di Guglielmo I. Poi passò alle mani di Artale Luna, nobile di Sciacca, maritato con Margherita Peralta, erede della contea di Caltabellotta. Successivamente la struttura fu di Antonio de Luna, nel 1453, in seguito al regio privilegio concessogli dal re Alfonso il Magnanimo.

A proposito del Castello si narra…

“Dati i tempi, non c’era sicurezza personale contro le scorrerie dei Turchi e dei pirati africani e due passaggi segreti portavano direttamente dall’appartamento del signore del castello all’aperto: il primo al greto del fiume, l’altro a monte. […] Una notte d’inverno il silenzio fu rotto dallo echeggiare dei rintocchi della campana: segnale d’allarme.
Il castello veniva attaccato ma Diana Moncada non corse ad uno dei passaggi segreti, affrontò arditamente gli assalitori e li costrinse a ritirarsi con perdite”.

(da Nicolò Inglese, Storia di Ribera, Agrigento, Tipografia Vescovile Padri Vocazionisti, 1966).

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